Spettacolo “piano con amici” il 4 gennaio 2005 a Roma
Il progetto
"cabaret comunista dandy" nasce da una lunga frequentazione. Incarnando
nomadismo e apertura l'operetta si intrattiene di volta in volta con attori di
diverse esperienze e racconti di viaggio. Assolutamente in linea con esperimenti antichi ,
"dada", "fluxus" fino ai più recenti Luther Blisset e
Akusma, Il Cd si illustra e si rivela attraverso nomi e progetti
diversi.
Piano con amici è il risultato dell'incontro dei Ringe Ringe
Raja con Francesco Forlani.
Tutti di area
napoletana vivono tra la Francia e l'Italia, esperienze essenzialmente musicali
il primo, e piuttosto letterarie e teatrali il secondo. Più che un incontro si
tratta di un "ritrovarsi" in particolare di Marco di Palo, Massimo
Sacchi, rispettivamente violoncellista e clarinettista, e componenti con Cristiano
della Monica
(percussioni), Roberto Vacca 'fisarmonica" Ernesto Nobili dei Ringe Ringe
Raja, e Francesco Forlani, romanziere e performer (riviste Sud,
Paso Doble,
Baldus). Animavano infatti fine anni ottanta un cabaret surrealista e di
secondo grado (interrogativi) attingendo al patrimonio dei futuristi napoletani
(Cangiullo) e testi di propria creazione, mentre l'incontro con Don Pasta
Selecter avveniva a Parigi a metà degli anni novanta, col CD, Paso Doble, le
disque enfin. Con "Piano con amici" cui seguirà per la trilogia
"piano con applausi" e " chi va al piano?" la data di Roma
avviene dopo una freschissima del 17
dicembre all'istituto culturale francese "il Grenoble" di Napoli.
Si tratta di uno spettacolo a tappe (nel senso ciclistico della
vita) dove suoni globali accompagneranno tematiche locali (universali) per un
Glocal Sound come Lello Voce su l'unità (Agosto
2004) definiva la rivista "Sud" edizioni Dante e Descartes, Napoli, diretta
a Parigi da Francesco Forlani. Canzoni di Calvino, e Pavese, testi di Guy
Debord, Cochi e Renato, e dei nostri per
un invito al viaggio, la vita, di questa nuova formazione (in allegato
recensioni degli spettacoli più recenti).
Rashomon, via Argonauti, Roma, il 4
gennaio ore Ventuno, spettacolo piano con amici, cabaret comunista dandy.
Piano con amici
Francesco Forlani
(voce)
Massimiliano
Sacchi (Clarinetto)
Marco di Palo (
Violoncello)
Roberto Vacca
(fisarmonica)
Ernesto Nobili
(chitarra)
Cristiano della
Monica (percussioni)
Ingresso 10 euro
5
euro studenti
2
euro fuori corso
0
per i disoccupati e i poeti
RECENSIONI RECENTI
La neve a Napoli
di
Carlo
"Cruel" Crudele
A Napoli si ride e
si muore: come dappertutto, ribatterete voi, ma qui nel crocevia del
Mediterraneo dalla pelle scura si ride con più forza, e si muore con meno
lacrime.
Da questa terra
ancora magica, piena di santi e patroni, nasce la musica dei Ringe Ringe Raja,
quintetto di strada che dalle note di copertina del proprio debutto ci invita
ad una “crazy dance mixing underground rock & yiddish melodies” (più
melodie yiddish che rock underground, precisiamo noi). E il disco, edito dalla
lungimirante Prikosnovenie (per la quale si annuncia un autunno spettacolare),
è proprio una danza, ordita con la tipica ³allegria malinconica² delle culture
da cui i cinque prendono spunto Napoli, Israele, i paesi dell'Est Europeo e la
mamma Russia e tutta giocata su una coralità giocosa e piena, con i violini
di Paolo Sasso ed il clarinetto di Massimiliano Sacchi una spanna sopra le
trame elettriche di Davide Della Monica.
Ne viene fuori,
come avrete capito, un disco avulso dalle sonorità dei nostri lidi, che si fa
tassello di un percorso che va dalla musica tradizionale ai ripescaggi di
Bregovic e Kusturica, riuscendo a deliziare e persino a stupire quando le
geometrie dei brani si avvicinano più al rock (Patsch Tanz, una Hava Nagila
dall'approccio stranamente psichedelico) o, di contro, al teatro (Temnaia Noch,
dagli arrangiamenti affini al Conte più crepuscolare, o Rebetico).
Il tutto, come di
consueto per la musica che parte dai vicoli di Napoli, condito da una
particolarissima commistione di adrenalina e commozione che
rendono soltanto
più vivo il risultato finale. Ottimo debutto!
Groupe Italien "Ringe Ringe Raja"
Dans les pays de l’est,
le jeu de la ronde chez les enfants est toujours rythmé par une petite chanson
qui dans les langues slaves commence par "ringe ringe raja". Ce
groupe napolitain de 5 musiciens réunit avec brio les influences yiddishs et la ferveur bouillante d¹un rock
underground festif napolitain.
Clarinette, son
klezmer, violoncelle, violon, viennent se marrier à l’électricité des guitares
et batteries enfiévrées. Ces humeurs viennent
arranguer l’auditeur comme des vagues d’amour tantôt euphoriques et festives tantôt
d’une profonde mélancolie tragique. Quand le coeur slave rejoint le
feu italien, cela
donne l’ultra v
Ringe Ringe Raja
c'est cinq musiciens aux influences diverses:
Massimiliano
Sacchi : clarinette et clarinette basse.
Arcangelo :
violoncelle, oud, violon.
Ernesto : guitare
et bouzouki.
Marco Di Palo :
violoncelle.
Cristiano Della
Monica : percussions
03/06/2004 - Article du 1 juin " MATTINO "
Arte multimediale
a Metz
A tre napoletani
il "Norapolis" Felice Piemontese È andato a tre artisti napoletani il
premio finale di "Norapolis", festival internazionale dell’arte
multimediale che si è svolto nei giorni scorsi a Metz, città francese sulla
Mosella, cui le convulsioni della storia (se la sono contesa per secoli
francesi e tedeschi) hanno dato un gusto cosmopolita che la connota
positivamente.
Un bel risultato
per il capoluogo campano, patria non certo da oggi di creativi che hanno un
feeling particolare con la capitale francese, non a
caso patria
adottiva per alcuni di loro. Con un’opera intitolata "Do you remember
revolution?" hanno vinto infatti i tre componenti del collettivo
FDC, e cioè
Francesco Forlani, scrittore e performer, animatore della rivista
"Sud", Sergio Trapani, pittore e illustratore, Sacha Ricci, musicista,
fino a non molto tempo fa membro del gruppo 99 Posse. Tutti e tre napoletani,
anche se residenti a Parigi, da molti anni Forlani e Trapani, da poco Ricci.
Alla seconda
edizione, "Norapolis" si è già conquistato un posto di rilievo tra le
manifestazioni dedicate all'arte multimediale, ormai numerose qua e
là per il mondo. L'ha
ideata e la dirige un altro italiano, il musicista sardo Mario Salis, che a
Metz vive da venti anni, ma che ha conservato saldi
legami, almeno
ideali, con la terra d'origine. Si chiamava Nora, infatti, una città sarda
ricca di tesori d'arte che nell'ottavo secolo avanti Cristo
fu inghiottita
dalle acque del Mediterraneo.
Al Festival, di
respiro internazionale, hanno partecipato - con opere visuali di grande
suggestione, performances, installazioni multimediali e
varie diavolerie
tecnologiche - artisti famosi come il cinese Du Zhenjun, Pierre Bastien,
Jacques Donguy, Christian Globenski. Ancor più rilevante
dunque il successo
dei tre artisti napoletani, che hanno presentato a Metz, in prima assoluta, la
loro "operetta".
Un lavoro nel
quale il destino di due rivoluzionari come Carlo Pisacane ed Ernesto Che
Guevara - con impressionanti punti di contatto, a cominciare dal
fatto che entrambi
sono morti, alla stessa età, per mano delle popolazioni che intendevano
liberare - dà origine a una serie di interrogativi tutti di
straordinaria
attualità.
Ha un senso
parlare ancora di rivoluzione? e di arte, di fronte alle nuove tecnologie e nel
mondo globalizzato dello Spettacolo universale? I testi di
Forlani - un
efficacissimo impasto di italiano, di francese e di dialetto -, gli interventi
video-pittorici di Trapani, le musiche di Ricci – con l'intervento delle
percussioni di Miguel Arcos e del sax di Raul Colossimo - danno luogo a
un'opera di originale concezione e soprattutto di grande efficacia, al punto da
superare facilmente anche la barriera linguistica (chi sa se a Metz avevano mai
sentito un testo in napoletano).
Un'ultima
annotazione: c'è solo da sperare adesso che l'"operetta" possa essere
vista e sentita anche in Italia.