“Ordinamenti formativi e copertoni Michelin”
Riflessioni di un Pellikano - Marzo 2004
G. Draskovic 65-68 – Editore Cortilepiccolo

E’ strano, dopo 5 mesi di permanenza in Italia ed alla vigilia di un volo manzotinizzato che mi riportera’ Down Under, considerare da una ottica WebEx questo mio soggiorno. Molti telefoni che dovevano squillare sono rimasti stranamente silenziosi. Per fortuna le gambe sono ancora buone, la voglia di viaggiare pure, per cui quattro ciagole in giro per la penisola ce le siamo fatte lo stesso.

Il dibattito che nelle ultime settimane domina questa lista si e’ progressivamente sviluppato, dall’episodio specifico che vi diede origine, sino ad investire di petto la "summa quaestio" che abbiamo di fronte, e cioe’ l’ essenza del modello formativo Liceo Militare e la sua perdurante attualita’ negli anni 2000.

Manco a farlo apposta, ed io non credo nelle coincidenze a caso, a Napoli la scorsa settimana si teneva uno storico convegno, in cui i rappresentanti delle 3 SM si confrontavano sullo stesso preciso tema. Peccato aver appreso del convegno per caso ed all’ultimo momento: molte delle sedie vuote nel settore Ex Allievi avremmo potuto riempirle con gente capace di dare un contributo importante. Lo stesso Mentoring avrebbe potuto partecipare con una sua interessante comunicazione, visto che da tre anni quotidianamente ci confrontiamo con l’output di questo sistema formativo. Pazienza, sara’ per una prossima volta.

Certo e’ che Mario Bernardi ed io, che all’ultimo tuffo e di straforo ci siamo imbucati al convegno, di cose molto interessanti ne abbiamo sentite. La piu’ importante, senz’altro, la reiterata e convinta riaffermazione, da parte di tutti gli intervenuti, militari e civili, della funzione primaria delle SM di formare leaders a 360 gradi, negandosi recisamente la tesi (pure echeggiata nel dibattito in queste colonne) che esse siano invece, anche solo in via prioritaria, scuole propedeutiche alle Accademie. O, se preferite, una "scorciatoia" attraverso la quale in effetti sostituire alla selezione dei cadetti per l’Accademia quella effettuata con quindicenni per la SM. Si e’ trattato di parole d’oro per molti di noi ex allievi, soprattutto perche’ fatti e fatterelli avvenuti nel recente passato francamente qualche adito a dubbi l’avevan dato. A cominciare dalla chiamata. Mi riferisco al tenore dei bandi di concorso degli ultimi anni, che all’ art. 15 ("ordinamento formativo") recitano testualmente: "La Scuola militare "Nunziatella" di Napoli e la Scuola militare "Teulie'" di Milano sono istituti d'istruzione che perseguono lo scopo di preparare i futuri allievi delle Accademie militari". Una interpretazione angusta e limitativa del ruolo delle SM, come ammesso dai militari per primi. Non solo dai Comandanti delle tre SM, ma anche dai Generali Comandanti delle Accademie di Modena e di Pozzuoli, pure presenti al convegno. E allora perche’ non cominciamo a fare uno sforzo per cambiarla, visto che ci ostacola non poco nello sforzo di ampliare l’area di reclutamento nelle SM. Si eviterebbero forse gli errori come quello in buona fede compiuto dal giovane ex D’Albero che, considerando la Nunziatella precipuamente destinata a formare Allievi Ufficiali, si scandalizza per l’insufficienza di riserve e catenacci posti a difesa del risultato voluto.

Il fatto e’ (e speriamo che ora sia abbondantemente chiaro a tutti) che non e’ quello lo scopo precipuo o "tipico" del modello formativo SM, bensi' quello chiaramente affermato nel RD del 1803 che riordino' le SM italiane. Tutt'altro che equivoco, al riguardo, e ben lungi dall'essere stato mai abrogato.

Uno degli interventi meglio riusciti, quello della Vice Preside della Teulie’ Prof.ssa Baffi, invitava senza tanto circonlocuzioni ad evitare la facile trappola dell’autoreferenza. Di autoreferenzialita’ si muore, aggiungo io, e bene farebbero a tenerlo a mente certi nostri dirigenti associativi. Che le SM fossero storicamente fucine di leaders e di migliori, e cosi’ formassero le classi dirigenti del Paese non significa affatto che cio’ sia sic et simpliciter vero oggi o in futuro.

La bonta’ di un modello formativo si valuta verticalmente, rapportando i risultati ottenuti con gli investimenti umani, tecnologici e finanziari investiti; orizzontalmente, comparando l’output di questo modello formativo con quello di altri modelli.

Occorre in altre parole che il prodotto Scuola Militare sia oggetto di studio nel e per il mercato al quale si rivolge, e che gli investimenti in esso siano finalizzati al ruolo di formazione di leaders insito nel modello.

In questo quadro, quale e’ il nostro ruolo di Ex? Non possiamo certo pretendere di insegnare ai militari come meglio formare gli inquadratori di domani. Ne’ spetta a noi dirimere quella giungla normativa che impedisce ai migliori formatori civili di essere premiati se scelgono di insegnare in un Liceo militare, ed anzi oggi pesantemente li discrimina.

Ma e’ sicuramente sulle nostre spalle, e prima ce ne rendiamo appieno conto meglio e’, la responsabilita’ di fungere da testimonials viventi di tale asserita eccellenza della Scuola militare e del suo modello formativo.

Di qui la straordinaria importanza del Mentoring, inteso non solo come servizio di avanguardia ed elitario appannaggio di Licei speciali, ma anche come potente strumento di interazione formativa complementare e come insostituibile metodo di leadership training. Altro che un sistema per raggranellare quattro bollini in piu’ per l’associazione, ma che andassero a scopare il mare!

Idem con patate va per la nostra insostituibile funzione in sede di arruolamento: siamo NOI l’esempio del perche’ un ragazzo dovrebbe sentirsi invogliato ad entrare, non l’esercito o l’aeronautica o la vita militare in astratto: per quella han sempre tempo a 18 anni, non c’e’ alcun bisogno di rinchiudersi nel Rosso Maniero. E allora siamo noi che dobbiamo farci avanti e dimostrare di che stoffa siamo. Ed anche quest’anno, dopo mille chiacchiere, siamo alla vigilia del nuovo bando di ammissione e tutto tace o quasi...

Eccezion fatta per la Sez. Toscana, il cui Direttivo, in sordina, ha appena deliberato l’inizio di una offensiva cyberattiva di massa nei confronti delle Medie toscane, i cui frutti sara’ possibile cogliere fra 3 o 4 anni.

Io credo che noi si debba guardare alla gobba nostra, prima di criticare quella altrui; dimostrare coi fatti e non a chiacchiere di saper fare qualcosa assieme meglio degli altri, prima di criticare qualsiasi cosa gli altri fanno; farci amare e rispettare per la nostra generosita’, altruismo, dedizione ai valori ed intransigenza verso corruttele di tutti i tipi (anche quando ci vengono in tasca, sissignore!) invece che farci odiare per la nostra spocchia di voler sempre insegnare agli altri cosa debbano fare.

Quanto infine ai ‘copertoni’, vi diro’: il disdegno con cui li trattavamo quando avevamo 16-17 anni in me, invecchiando e girando il mondo, si e’ semmai rafforzato, razza maledetta! E noi dovremmo essere in prima fila a combattere per liberare l’Italia da questa vergogna, altro che farsi contaminare: caro Gabri, se ti senti vox clamans fammi un fischio che mi unisco al coro, e vedrai che dopo un po’ t’armiamo un Lombardi alla Prima Crociata da sballo!

24 ore per ponderare sto malloppo, che’ poi arispunto dall’altra parte!

Giorgio Draskovic

a.k.a. Pellikan